LA DIALETTICA TRASCENDENTALE. |
5.2.1. I PARALOGISMI DELLA RAGION PURA.
Kant
intende demolire la pretesa della psicologia razionale di dimostrare
l’immortalità dell’anima. Ogni dimostrazione di tal genere, infatti,
incorre in un errore logico, in quanto si configura come sillogismo scorretto
(paralogismo), nel quale i termini, invece di essere tre, sono quattro: il
concetto di soggetto viene infatti ad assumere due significati diversi nella
premessa maggiore ed in quella minore. Il paralogismo è il seguente: Ciò
che non può essere pensato altrimenti che come soggetto non esiste, anche,
altrimenti che come soggetto, e perciò è sostanza.
Ora, un essere pensante… non può essere
considerato altrimenti che come soggetto.
Dunque, esso esiste anche soltanto come
tale, cioè come sostanza.
Nella premessa maggiore si parla del soggetto empirico, che è a se stesso fenomeno; nella premessa minore si parla dell’unità logica del pensiero, quindi dell’Io trascendentale.
La
questione relativa alla natura ed all’immortalità dell’anima, intesa come
l’unità e la totalità incondizionata del soggetto (idea psicologica) resta
dunque teoreticamente insolubile.
5.2.2. LE ANTINOMIE DELLA RAGION PURA.
L’idea
cosmologica si riferisce all’unità e totalità incondizionata del cosmo. Le
dispute metafisiche relative ad esso (cosmologia razionale) sono da Kant
riassunte in quattro coppie antinomiche di proposizioni contraddittorie, che
configurano un conflitto insolubile, poiché le argomentazioni relative a tesi
ed antitesi sono equipollenti. Il conflitto si risolve sono riconoscendo
l’errore metafisico che sta alla radice del conflitto e che deriva
dall’illegittima applicazione delle categorie ad una realtà condizionata.
Ecco un quadro sintetico delle antinomie: 1- il cosmo è finito (T) o infinito
(A) nel tempo e nello spazio; 2- la materia non è (T) o è (A) divisibile
all’infinito; 3- esistono anche cause libere (T) o solo cause necessarie (A);
4- esiste anche un ente necessario (T) o esistono solo enti contingenti (A).
nelle prime due antinomie (matematiche) T e A sono false; nelle ultime due
(dinamiche) le antitesi sono vere in rapporto alla dimensione fenomenica, mentre
le tesi possono essere vere in riferimento a quella noumenica (ma la
questione è teoreticamente insolubile). L’esistenza di un ente necessario e
la libertà sono dunque possibili nella dimensione noumenica, ma indimostrabili.
5.2.3. L’IDEALE DELLA RAGION PURA.
Dio è, secondo Kant, l’ideale della ragion pura, è l’idea dell’unità e totalità incondizionata di ogni realtà. La teologia razionale ne dimostra l’esistenza e gli attributi, mentre Kant afferma che la sua esistenza è indimostrabile. Tutte le dimostrazioni della sua esistenza si riconducono, secondo lui, a tre: la prova ontologica, quella cosmolo-gica e quella fisico teologica. La prima ricava l’esistenza di Dio dal concetto di Dio, definito come essere perfettissimo, cui non può quindi mancare l’attributo dell’esistenza; la seconda dimostra che Dio esiste poiché l’esistenza di enti contingenti presuppone strutturalmente quella di un ente necessario che ne sia la causa prima; la terza dimostra che Dio esiste partendo dall’ordine e dalla finalità della natura. Nessuna delle tre prove, per Kant, regge. La prova ontologica è la più importante, poiché le altre due, per essere conclusive, debbono appoggiarsi ad essa. Kant la demolisce affermando che l’esistenza o l’essere non possono essere considerati un predicato che inerisca a qualsivoglia soggetto, essendo la posizione assoluta di una realtà, che viene affermata esistente sul fondamento dell’esperienza.
Massimo Dei Cas
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