Il terzo assioma afferma che ogni evento comunicativo è uno stimolo per l’evento che lo segue, ma nel contempo anche una risposta ed un rinforzo per quello che lo precede. Immaginiamo che A comunichi a1 a B. B, a sua volta, comunicherà b1, che sarà, insieme, effetto di a1, risposta ad a1 ma anche rinforzo (positivo o negativo) di a1. Si intende con rinforzo positivo di un evento E l’evento connesso R+ che aumenta la probabilità del ripetersi di E; sarà invece rinforzo negativo l’evento E- che diminuisce tale probabilità. Nel contesto della comunicazione, quindi, si ha una dinamica circolare per cui ogni evento è effetto del precedente, ma anche retroagisce sul precedente, rinforzandolo positivamente o negativamente. In altri termini, la risposta comunicativa ad uno stimolo comunicativo può rafforzare la relazione istituita dallo stimolo stesso, oppure opporsi ad essa. Il terzo assioma afferma anche che la dinamica comunicativa può essere diversamente punteggiata, cioè interpretata, da coloro che vi sono presi o da chi la osserva dall’esterno. Se, per esempio, abbiamo la seguente dinamica:

Moglie: Non mi dirai che anche stasera intendi uscire per le tue solite partite a carte?

Marito: Quali solite partite? Questa settimana non sono quasi mai uscito!

Moglie: Ah, avresti anche la faccia tosta di dire che te ne sei stato tutte le sante sere a darmi una mano per i compiti dei ragazzi?

Marito: Non voglio dire niente, solo che sei un’insopportabile bisbetica, non si può ragionare con te.

Moglie: Io sarei bisbetica? Forse se ti occupassi un po’ più dei figli e di me le cose andrebbero diversamente.

Marito: Come fa uno a voler rimanere in casa la sera quando viene sempre aggredito in questo modo?

Moglie: Aggredito? Ma se sei tu che te ne stai sempre in silenzio! Quando c’è da parlare, o sei stanco o hai altro da fare.

Marito: Questo non è parlare, questo è investire la gente, ed è quello che fai sempre tu.

Moglie: Già, visto come ti comporti, vorresti anche che fossi sempre calma e cortese con te!

Marito: L’unica cosa che voglio è starmene un po’ in pace dopo una giornata faticosa. (Esce).

Una sequenza del genere può essere diversamente interpretata: il marito potrebbe dire di essere stato costretto dalla moglie bisbetica ad uscire per trovare un po’ di pace, la moglie potrebbe dire di essere stata costretta a litigare dall’indifferenza del marito poco attento alle sue esigenze ed a quelle della famiglia. Queste interpretazioni leggono la comunicazione come determinata dalla scelta originaria dell’uno o dell’altro soggetto. In realtà le cose non vanno così: non si può dire né che il cattivo carattere della moglie sia causa della freddezza del marito, né che questa sia causa del cattivo carattere della moglie; si deve invece dire che in quel gioco comunicativo vi sono ruoli ben definiti e che la comunicazione li rinforza positivamente, configurandosi come comunicazione in un sistema omeostatico, che mantiene cioè il proprio equilibrio.

Gli studiosi della scuola di Palo Alto sottolineano che il loro approccio nasce da un rifiuto della prospettiva monodica o individualistica, propria, per esempio, della psicanalisi. Secondo tale prospettiva le dinamiche comunicative sono determinate dalla natura dei soggetti che vi prendono parte, cioè dai loro vissuti, dalla loro personalità, dalle loro dinamiche pulsionali, dalle loro aspirazione ed aspettative, e così via: si potrebbe dire che è l’individuo che fa la comunicazione. La prospettiva sistemica, invece, afferma che è piuttosto la comunicazione a fare l’individuo, cioè sono le dinamiche comunicative nelle quali egli è coinvolto che, per così dire, gli ritagliano addosso ruoli e ne plasmano i comportamenti. Ciò significa, per esempio, che nessuno nasce schizofrenico; la schizofrenia coincide con un particolare ruolo entro determinati contesti comunicativi, in famiglie che hanno determinate situazioni interattive. Questa prospettiva interpretativa è detta anche transazionale, in quanto assume che l’io non preesista alle dinamiche comunicative (transazioni), ma si costituisca con esse.

 

Massimo Dei Cas
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