IL COMPORTAMENTISMO

Il cognitivismo Il comportamentismo Il funzionalismo Psicologie del profondo
Il modello comprensivo Pragmatica della comunicazione Piaget L'associazionismo

 

 

Gli antecedenti storici del comportamentismo possono essere individuati nella concezione cartesiana degli animali-macchina, di cui si deve spiegare il comportamento sulla base di presupposti meccanicistico-deterministici. Anche il corpo umano è concepito come una macchina, e nel Settecento autori come La Mettrie ed Helvétius, abbandonando la concezione cartesiana della res cogitans, spiegano ogni comportamento umano sulla base di un meccanicismo materialistico, risolvendo vissuti, idee ed intenzioni in rapporti di stimolo e reazione secondo lo schema dei riflessi semplici e condizionati. Il positivismo anti-introspezionistico di Comte rappresenta un ulteriore importante antecedente storico. Il funzionalismo anticipa alcuni temi del comportamentismo; James, per esempio, ipotizza che l’essenza dello stato affettivo debba essere identificata nelle reazioni viscerali e muscolari. La riflessiologia di Pavlov offre poi alle ricerche comportamentistiche strumenti importanti. Il paradigma comportamentistico viene con-siderato da un neopositivista come Neurath, per il suo rigore scientifico legato al linguaggio fisicalistico che esso utilizza, estensibile alla sociologia. Il comportamentismo di Skinner può essere utilmente accostato all’operazionismo del fisico ed epistemologo statunitense P. W. Bridgman, il quale, nell’opera  La logica della fisica moderna (1927), sostiene che il significato dei concetti scientifici si identifica con l’insieme delle operazioni necessarie per poter definire qualsivoglia proposizione intorno ad essi. Egli afferma, per esempio, che conosciamo ciò che intendiamo per lunghezza se possiamo dire qual è la lunghezza di qualsiasi oggetto e il fisico non richiede niente di più. …Il concetto di lunghezza, aggiunge, è perciò fissato quando le operazioni con le quali la lunghezza è misurata sono fissate; cioè il concetto di lunghezza implica niente di meno e niente di più che l’insieme delle operazioni con le quali la lunghezza è determinata. Anche il compor-tamentismo si propone di trascrivere tutti i concetti classici dell’indagine psicologica in termini di operazioni dell’organismo vivente, osser-vabili e misurabili. Skinner trae importanti conseguenze peda-gogiche dalle tesi comportamentistiche. Le macchine per insegnare offrono il vantaggio di somministrare tempestivamente ed efficacemente rinforzi che promuovono un apprendimento più rapido e sicuro. L’apprendimento, poi, si identifica con quella serie di comportamenti che riteniamo connessi con esso, per cui gli obiettivi didattici vanno performatizzati, cioè espressi con indicatori comportamentali. La funzione dell’insegnante non deve più essere quella di trasmettitore di nozioni, bensì quella di elaboratore di programmi: egli analizza la struttura logica della propria disciplina, costruendo unità di apprendimento disposte in una sequenza logica ed organizzando le condizioni che realizzano un contesto di apprendimento ottimale.

La psicologia viene concepita come studio scientifico del comportamento (behaviour) dell’uomo e degli animali, con uno statuto epistemologico che la integri a pieno titolo nel contesto delle scienze naturali. Viene quindi rifiutato ogni riferimento ad entità o processi non osservabili, cioè l’introspezionismo e l’introduzione di termini referenzialmente opachi come coscienza, sensazione, percezione, attenzione, volontà. L’oggetto studiato è il comportamento osservabile, senza alcuna inferenza che permetta di transitare su ciò che non è osservabile. La psicologia spiega tale comportamento così come ogni altra scienza naturale spiega i fenomeni che appartengono al proprio ambito.

J. B. Watson, (cfr. La psicologia considerata dal punto di vista comportamentistico, 1913, manifesto del comportamentismo), allievo di Angell, a sua volta allievo di James, interpreta l’intero comportamento a partire dalle unità minime di condotta, individuate nel riflesso condizionato, e risolve il concetto di coscienza nelle reazioni osservabili del sistema viscerale e ghiandolare e nelle reazioni motorie della muscolatura volontaria. Anche il pensiero deve venire concepito come linguaggio subvocalico e ridotto ai movimenti impercettibili degli organi periferici, potenzialmente registrabili. Egli ritiene che la psicologia scientifica offra gli strumenti teorici per plasmare attitudini, disposizioni e abiti mentali degli individui mediante la tecnica del condizionamento e del decondizionamento; datemi una dozzina di bambini normali, scrive, …e un ambiente opportuno per allevarli e vi garantisco di prenderne qualcuno a caso e di farlo diventare qualsiasi tipo di specialista … e perfino accattone e ladro, indipendentemente dalle sue attitudini, simpatie, tendenze, capacità, vocazioni.

B. F. Skinner 

riprende le tesi di Watson, giudicando incompatibili con l’impianto dell’autentica psicologia scientifica i metodi introspettivo, empirico, clinico e statistico, ed affermando come unico metodo rigoroso quello sperimentale. Anch’egli, che studia, fra l’altro, il condizionamento operante, distinto da quello rispondente (cfr. la Skinner box), ed offre un’interpretazione rigorosamente comportamentistica dei fatti linguistici, è convinto delle rilevanti possibilità di applicazione operativa del comportamentismo, in funzione di un’ingegneria sociale imperniata sulla pianificazione scientifica del sistema delle ricompense e finalizzata non solo al controllo dei comportamenti socialmente inaccettabili, ma anche alla liberazione dell’individuo da ogni mistificazione ideologica veicolata da parole vuote di significato come libertà e dignità.

Una versione meno radicale del comportamentismo è costituita dal cosiddetto neocomportamentismo di E. C. Tolman e C. L. Hull. Il primo introduce una concezione finalistica del comportamento per cui ogni sequenza di movimenti è sempre rivolta verso un preciso obiettivo ed afferma che l’apprendimento non avviene tanto per effetto di una ricompensa, ma in virtù della ripetizione sistematica di un comportamento che determina nell’animale una mappa cognitiva dell’ambiente.     

 

Massimo Dei Cas
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