Il pensiero a riposo - Massimo Dei Cas

Bene e male Felicità Credere e non credere La condizione umana Intelligenza, scienza, conoscenza
Verità L'io Storia, politica e potere L'amore Parola e linguaggio
Filosofia Arte Scuola ed educazione Costume e scostume Virtù e vizi

INTELLIGENZA, SCIENZA E CONOSCENZA

L'intelligenza che irride la stupidità è poco più che stupidità: l'intelligenza davvero consapevole è, infatti, innanzitutto consapevole della sua pochezza di fronte a quanto può essere conosciuto.

Non sempre il dubbio è semplice oscillazione, anzi il più delle volte è timore ed insieme segreta speranza.

La ragione trova nella chiarezza il suo proprio elemento, e per questo, forse, nulla può dire sulla questione più oscura di tutte, la domanda su ci stia a fare la ragione stessa in un ente così profondamente irrazionale ed antirazionale qual è l’essere umano.

Temiamo l'evoluzione sempre più rapida dell'intelligenza artificiale, a ragione, ma non per la giusta ragione. Temiamo che quest'intelligenza possa compiere il salto che la porti all'autocoscienza e possa progettare di soppiantare gli esseri umani, ma ciò è davvero inconcepibile, perché solo la vita ha in sé il progetto di soppiantare altra vita. Piuttosto bisognerebbe temere l'effetto catastrofico, in una intelligenza sempre più complessa, di piccoli errori di programmazione, le cui conseguenze verrebbero incommensurabilmente amplificate. E, più ancora, bisognerebbe temere la prospettiva che questa intelligenza diventi strumento di controllo e potere sempre più inesorabile da parte di pochi sulla vita delle masse. Soprattutto perché il futuro non ci scamperà dalla domanda sulla ragion d'essere di miliardi di uomini economicamente inutili ed ecologicamente dannosi.

Logos, cioè ragione, è, nel suo etimo, unione, legame, cioè ciò che accomuna, nel profondo, l'umano all'umano.

Quando si dice che qualcuno ha subito il lavaggio del cervello di potrebbe sensatamente dubitare che ci fosse davvero qualcosa da lavare.

Così come si può credere di credere, si può anche pensare di pensare.

Il saggio indica la luna e lo stolto non immagina che esista il suo lato oscuro.

Comprendere vale, per gran parte delle persone, trovare il contenitore giusto nel quale riporre le cose della nostra esperienza.

Una persona intelligente non si definirebbe mai né intelligente né intellettuale, consapevole del grottesco imbarazzo di trovare un nome per chi intelligente ed intellettuale non è.

Il limite della mia libertà non è quella degli altri, ma la mia stupidità.

Per ogni modo di stimolare l'intelligenza se ne possono trovare almeno cento per allettare la stupidità.

La ragione ha poco potere sul'amore, pochissimo sulla speranza, pressoché nessuno sul disgusto.

La più profonda delle solitudini è quella dell'intelligenza.

Usare l'ironia è un appello all'intelligenza, capirla è un'espressione di intelligenza, accettarla è un'espressione di grande intelligenza.

Avere a che fare con persone intelligenti non è facile, a meno che siano molto intelligenti.

In un mondo folle essere folli è la più intelligente delle difese.

La ragione non è nemica , ma chiarificatrice dei sentimenti.

Ciò che ci fa apprezzare il valore dell'intelligenza è soprattutto il pensiero che la stupidità è il più importante fattore di caos nel mondo: da essa, infatti, può derivare pressoché tutto.

Tali e tante sono le cose che la scienza ci ha dato che possiamo volentieri perdonarle di averci dato anche gli scienziati.

L'intelligenza ha i suoi limiti; non così la stupidità.

Fin dalla nascita dell'intelligenza artificiale ci si è chiesti se un giorno questa avrebbe potuto superare e soppiantare l'intelligenza umana. C'è da credere che accadrà così, se l'intelligenza artificiale diventerà vera intelligenza, perché la vera intelligenza non sopporta la stupidità.

A chi vuol a tutti i costi avere ragione la si può dare a cuor leggero, aggiungendo che costa così poco farlo.

Intelligenza è non solo risolvere problemi, ma anche, ed ancor più, capire cosa davvero è problema.

L'intelligenza è il sogno della certezza intervallato da frequenti risvegli.

La più semplice e preziosa espressione dell'intelligeza è l'attenzione alla realtà.

Cultura è una parola magica: basta pronunciarla per evocarne la realtà.

Vero spirito scientifico è non dare risposte quando non si hanno.

Trattiamo la nostra ragione un po' come una serva sciocca: ce ne serviamo quando ne abbiamo bisogno, ma non le permettiamo di diventare nostra consigliera e direttrice nelle questioni più importanti.

Non cessi mai di stupirti quando trovi la stupidità laddove pensi che non potrebbe e non dovrebbe esserci; forse ti stupisci anche della stupidità di questo stupore.

Inaffidabile e menzognera come poche altre cose è la mente dell'uomo: proprio quando matura la convinzione che si possa raccogliere il frutto di tante esperienze e pensieri, spesso ci lascia a piedi.

L'intelligenza ha un profilo genetico consolidato e fondamentalmente stabile, mentre le mutazioni dell'imbecillità sono molteplici ed imprevedibili.

Era così stupido che neppure un ventriloquo avrebbe potuto fargli dire qualcosa di intelligente.

L'uomo ha creato l'intelligenza artificiale e non ha mai smesso di amare l'inteligenza artificiosa.

L'avvento dell'intelligenza artificiale è stato accompagnato da un consolidate luogo comune: per quanto intelligenti siano, le macchine resteranno fondamentalmente stupide. In realtà all'intelligenza artificiale si accompagna sì una stupidità artificiale, che però è un effetto collaterale che tocca l'uomo, non le macchine stesse.

Il web toglie di mezzo il senso di solitudine del cretino: mentre nella vita reale questi avverte, anche se fa finta di nulla, che gli altri danno ben scarso peso alle sue pensate, nel web scopre che il mondo è popolato di altri cretini, che si associano a lui, lo commentano, fanno falange comune contro il buon senso. E con il senso di solitudine perde il senso del limite.

Intelligenza è capacità di risolvere problemi, ma prima ancora di capire ciò che davvero è problema.

La mente umana è una macchina per produrre generalizzazioni. Compresa questa.

La malvagità si può redimere, la stupidità si può solo esimere.

L'unico indizio serio che potrebbe corroborare l'esistenza di complotti planetari è la dabbenaggine che accomuna la variegata famiglia dei complottisti.

La ripartizione dell'intelligenza fra gli uomini è molto variegata, mentre quella della stupidità è assai più uniforme.

Mentre l'intelligenza ha i suoi luoghi elettivi, la stupidità è assolutamente sorprendente, perché non sai mai a priori dove la potresti trovare; forzando l'etimo, "stupido" non è chi è stupito", ma chi desta stupore (amaro).

Nei sensi sono disegnati i possibili rapporti dell'uomo con realtà e verità. L'occhio, come l'intelligenza, percorre la scena delle cose, l'udito sorvola dal conoscere al credere, gusto ed olfatto danno alle cose il colore degli affetti, ma solo il tatto ciintroduce alla più intima vicinanza alla realtà, e questo accade nel dolore.

L'onestà intellettuale è (anche intellettualmente) disonesta (l'onestà non tollera aggettivi).

E' stupido sottovalutare il potere della stupidità e la possibilità di trovarla anche là dove non si penserebbe di poterla trovare.

Alla fine a tutto ci si può rassegnare e tutto si può sopportare, fuorché la stupidità.

Il sonno della ragione genera mosti.

La semplificazione senza semplicismo è altissimo esercizio di intelligenza.

Il primo principio di un’etica della conoscenza è quello di responsabilità, che ci impone di immaginare a quanti fraintendimenti e distorsioni potrà essere soggetta anche la più nobile delle idee. Purtroppo questo non potrà impedirne la corruzione.

Il sonno della ragione produce PIL.

Non è difficile nascondere la propria intelligenza, mentre è impossibile nascondere la stupidità.

La scienza crede di aver acquisito il dominio sullo spirito del nostro tempo, e mostra tutta la sua sciocchezza ignorando di essere nulla pià che sottile crosta sopra un magma di superstizione, irrazionalità e stupidità. E non si sa se essere più tristi per la sua ciecità o per la ciecità di quanto a malapena copre.

E' piuttosto stupido sottovalutare l'ingegnosità degli stupidi.

Esiste un'approssimazione per difetto ed un'approssimazione per intelligenza.

Sapere è dovere.

Il dubbio esprime l'intelligenza, ma anche il semplice sospetto, o anche il timore che è insieme speranza.

Pensiamo di non poter avere davvero l'esperienza della demenza, perché dove questa c'è, l'intelligenza e la consapevolezza vengono meno. Invece potrebbe accadere, come quando abbiamo la consapevolezza che dovremmo essere consapevoli di qualcosa che invece ci sfugge (un ricordo, per esempio), che ci si trovi a mezzo di un guado, consapevoli di fluttuare in un caos che si fa sempre più invadente ed incontrollabile. E questa consapevolezza, breve o lunga che sia, sarà la più profonda delle angoscie.

Pensare significa avere molte cose sott'occhio.

Si dice spesso che nela civiltà contemporanea entra in crisi il senso del peccato, ma bisognerebbe agigunere che entra ancor più in crisi il senso della contraddizione.

La contraddizione un tempo generava un profondo imbarazzo, oggi un malcelato compiacimento.

C'è una segreta inesplicabile intesa fra intelligenza e pudore.

La scienza ha sempre le migliori ragioni da far valere, ma il modo in cui le fa valere spesso ne appanna sciaguratamente il valore.

Ci colpisce e ci preoccupa la tendenza di molte aziende ad esternalizzare segmenti produttivi; non facciamo caso alla tendenza dellì'umanità intera ad esternalizzare l'intelligenza.

La stupidità eccelle nel fiuto infallibile con il quale introduce complicazioni che dovrebbero assicurarci un maggiore controllo delle situazioni, ma che in realtà aumentano l'incontrollabile caos.

Quanto e fino a quando saremmo disposti a credere nella verità di ciò che consideriamo più certo (dalla matematica alla sedia su cui sediamo) se fossimo i soli al mondo a crederci? Ecco un ottimo esercizio per l'immaginazione filosofica.

A terrorizzare non è la possibilità della follia e della demenza, ma quell'intreccio angosciante di lucidità e demenza che si mostra nella lunga via crucis della transizione dall'una all'altra.

Per molti le idee sono un po' come vestiti, che vengono messi e dismessi, valorizzano le persone e ne nascondono le vergogne, sono abbinati e spaiati e, soprattutto, mal sopportano il contatto troppo ravvicinato con la realtà (basta poco a macchiarli).

La sineddoche è la figura retorica che meglio rappresenta l'intelligenza umana: la parte viene il più delle volte presa come rappresentativa del tutto.

Un noto adagio recita: "Il saggio indica la luna e lo stolto guarda il dito". Come se non guardare quel che gli altri ci vogliono far guardare fosse sempre stoltezza!

Nella futura repubblica delle intelligenze del cosmo ad ogni specie pensante sarà assegnato un ruolo; all’umanità quello dell’intelligenza teatrante.

Il concetto di evidenza difetta di evidenza.

La stupidità è una delle cose più visibili e comuni del mondo. Per questo non ci facciamo più caso.

Così come molte aziende esternalizzano i servizi di cui si servono, l'umanità sta esternalizzando l'intelligenza.

Chi si ha l'aria dell'intellettuale spesso ne ha anche le arie.

Se la capacità di adattarsi fosse segno della più profonda intelligenza, gli imbecilli sarebbero i più intelligenti, perché sanno altrettanto bene adattarsi alla cultura ed all’ignoranza.

Condizione fondamentale per la popolarità: essere refrattari al disgusto per l'imbecillità (o essere molto abili nel celarlo).

Difficilmente i libri cartacei perderanno la loro profonda attrattiva, legata alla fantasia infantile che il sapere possa essere qualcosa che percepisci, vedi, tocchi, annusi come tuo effettivo possesso.

Avere potere significa poter definire il proprio sapere come rilevante (e, per converso, la propria ignoranza come irrilevante).

Caratteristica fondamentale dell’intelligenza è la duttilità; per ve n’è così poco proprio laddove viene maggiormente celebrata.

Un aspetto rilevante dell’intelligenza è la percezione del rilievo delle cose.

Più che abbracciare le idee, molti le impugnano.

Usiamo un'unica parola, follia, per dire la pura demenza, ma anche, forse, una più profonda ed indecifrabile sapienza o perfino un'ultima difesa contro la follia degli uomini e delle cose.

Crediamo, per una distorsione narcisistica, di vivere nell'età in cui la ragione viene più che in ogni altra dispiegata ed usata; allo sguardo dello storico non sfugge che nel Medio Evo dominava una ben maggiore cerebralità.

Il naso è un potente organo di conoscenza (e ciò scatena la più epica delle contese, quella fra i sensi).

La sineddoche, cioè assumere la parte per il tutto, è la figura retorica propria dell’intelligenza umana.

La ragione, per quanto scialba, non delude; l’emozione, invece, si mostra, alla lunga, spesso cialtrona e commediante.

Il sonno della ragione genera mostri, ma anche pietà. Per questo non sappiamo mai cosa dovremmo augurarci.

Il rapporto con la conoscenza è indelebilmente segnato dalle esperienze infantili, nelle quali la minorità è vissuta come esclusione da un sapere che è potere. Per questo, probabilmente, restiamo sempre legati alla convinzione che sia meglio sapere piuttosto che non sapere, anche quando sappiamo che il sapere sarebbe doloroso, l’ignoranza pietosa.

Si pensa, piuttosto stupidamente, che uno spirito intelligente della essere inquieto.

Vi è un'intelligenza che si esercita nel cogliere le relazioni fra idee ed un'intelligenza che coglie il rapporto fra le idee e le cose: purtroppo raramente si accompagnano nel medesimo individuo.

La scienza, massima espressione della razionalità, ha il suo fondamento sui controlli e sulla legittimazione degli scienziati, cioè di una comunità, la massima espressione dell'irrazionalità.

Anche la mente ha la sua dieta, una dieta di fatti, la cui qualità e soprattutto varietà segna profondamente la qualità della conoscenza. La filosofia dovrebbe essere, dunque, innanzitutto “istorìa”, che nutre la mente con i fatti.

L'etimo di "stupido" da "stupito" è stupido: i veri stupidi, infatti, sono sempre sicuri di sé e refrattari allo stupore.

Sul problema della vita oltre la morte non siamo messi poi così male: se dovesse esserci, alla fine lo sapremmo, se non dovesse esserci, invece, non lo sapremmo mai.

Vocazione e limite dell'intelligenza è lo sforzo di rendere la percezione della realtà un po' più nitida.

Esporre in termini oscuri quanto potrebbe essere espresso chiaramente è meschino; pensare che tutto possa essere espresso in termini chiari è stupido.

In un senso importante, verità è per gli uomini ciò che dà ordine ai pensieri ed all’esistenza, rasserenando nel profondo l’animo.

In un’ipotetica critica della ragion lucida ci si dovrebbe soffermare su questo paradosso: la ragione coglie lucidamente la profonda nefandezza dell’uomo, ma proprio da questo cupo sguardo deriva la legittimazione delle più grandi nefandezze della storia.

Definizione di realtà: ciò che sfugge alla nostra attenzione o si impone perentoriamente.

L’altrove non è oltre la ragione, ma è, rispetto alla condizione umana, la ragione stessa.

Il sonno della ragione, si dice, genera mostri. Vero. Ma resterebbe da spiegare come mai la ragione, tenuta quasi sempre a riposo, debba anche dormire.

Massimamente attendibile è la scienza; non così gli scienziati.

La soggettività condivisa è il surrogato dell’oggettività.

L'uomo è un essere a-logico: quando coglie, alla luce del logos, le immani contraddizioni entro le quali si muove, ne resta scosso, ma pochi istanti dopo torna a viverle come naturali.

Molta parte della cultura è alimentata dal gusto di contraddire.

Primo principio del marketing delle idee: contano molto poco sensatezza e verisimiglianza, conta molto di più la visibilità, che in genere si acquista proprio a scapito della sensatezza e della verisimiglianza.

Segno dell'onestà intellettuale è augurarsi spesso di avere torto.

Dire stai tranquillo è la quintessenza della stupidità.

[Torna all'indice]

Copyright © 2017-2021 Massimo Dei Cas